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Il 5 per mille: un'opportunità per la ricerca e le attività sociali

2' di lettura 30/11/-0001 -
Per la finanziaria 2006, va ad affiancarsi al tradizionale 8 per mille sull'IRPEF il nuovo 5 per mille, quota che i cittadini potranno scegliere di destinare ad organizzazioni ONLUS, alla ricerca scientifica e sanitaria, alle università, o ad attività sociali svolte dal Comune di residenza. Il Comune di Osimo ha già individuato gli interventi sociali che beneficeranno di tale quota.

di Michela Sbaffo
redazione@vivereosimo.it


Non più solo “8 per mille”. Grazie alla Finanziaria 2006 i cittadini potranno scegliere di destinare una quota pari al 5 per mille della propria IRPEF ad organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), alla ricerca scientifica e alle università, alla ricerca sanitaria, o ad attività sociali svolte dal Comune di residenza.

Questo meccanismo va ad aggiungersi a quello già esistente dell’8 per mille, destinato alle varie confessioni religiose, e non si tratta assolutamente di un ulteriore aggravio fiscale: lo Stato infatti rinuncerà alla quota del 5 per mille per destinarla alla finalità prescelta dal cittadino nella propria dichiarazione dei redditi.

Il Comune di Osimo ha perciò già individuato gli interventi sociali che beneficeranno di tale quota.

In primis, sarà ampliato il fondo per l’erogazione di contributi a vantaggio dei nuclei familiari osimani gravati da affitti troppo onerosi per le proprie possibilità economiche, ovvero che possiedano un reddito non superiore al limite di accesso all’edilizia popolare (euro 13.094,00).

Dalla stessa quota percentuale saranno erogati inoltre contributi alle famiglie con uno o più anziani non autosufficienti o disabili che siano badati da uno o più assistenti familiari. Tra i vari requisiti necessari per accedere ai contributi, si richiede che gli anziani seguiti dalla badante abbiano età pari o superiore a 65 anni, e che almeno uno di essi sia invalido al 75% o in percentuale maggiore; l’assistente familiare inoltre deve avere un regolare contratto e un orario non inferiore alle 24 ore settimanali.

Con questo intervento il Comune mira alla integrale regolarizzazione del lavoro delle badanti, fenomeno in crescita nel nostro territorio, e a supportare le famiglie che scelgono di ricorrere alla loro assistenza.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 20 marzo 2006 - 940 letture

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