Astea: passato, presente e futuro

Il presidente dell'Astea, Luciano Secchiaroli, in vista dell'ormai prossimo termine del mandato dell'attuale consiglio d'amministrazione, ha esposto un esaustivo quadro della storia della società così come dei suoi progetti futuri. |
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di Michela Sbaffo
redazione@vivereosimo.it
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Nessun ‘De Profundis’ per l’Astea. E’ molto chiara l’opinione del vice sindaco di Osimo Stefano Simoncini in merito al convegno organizzato dall’opposizione nella giornata di ieri, venerdì 13 gennaio.
“L’opposizione, divisa ed in conflitto per tante piccole cose,” -ha continuato il vice sindaco nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri nella Sala Riunioni della Astea- “si dimostra unita e compatta solo quando si tratta di denigrare l’operato dell’amministrazione Latini”.
Nessuna fine dunque per la società Astea, nessuna svendita della sede o trasferimento. Per fare il punto della situazione, lo stesso presidente della società, dottor Luciano Secchiaroli, ha esposto un esaustivo quadro della storia della società così come dei suoi progetti futuri.
L’Astea, nata come società municipalizzata, ha dovuto poi, coerentemente alle indicazioni delle leggi che venivano approvate su scala nazionale, trasformarsi in una s.p.a e subire un processo di privatizzazione.
Per permettere poi la sopravvivenza della società in un mercato sempre più competitivo (poiché, per una tendenza ormai affermatasi in intera Europa, le aziende fornitrici di servizi si sono moltiplicate a dismisura) si è resa necessaria la fusione con la Ast di Recanati e così è nata l’Astea di oggi, non più limitata alla sola città di Osimo, ma aperta anche alle richieste dei comuni limitrofi.
La fusione in un primo momento ha comportato qualche disagio per la presenza di strutture gemelle, quindi si è proceduto ad una razionalizzazione del tutto: gli spostamenti di personale sono stati comunque contenuti; le strutture amministrative si sono fuse e la quasi totalità si è stabilita in Osimo. E’ rimasta a Recanati solo la sede dell’Ufficio Progettazione.
Per Secchiaroli, dunque, Osimo non ha motivo di sentirsi ‘messa da parte’: con il 40% delle quote il Comune continua ad essere il socio di maggioranza; inoltre, la sede direzionale è rimasta in Osimo, come concordato al momento della fusione.
Per quanto riguarda proprio la sede osimana attualmente sita in via Guazzatore negli stabili della ex-Lenco, l’Astea ha chiesto e ottenuto dall’Amministrazione Comunale l’approvazione di un piano di recupero: la struttura è troppo grande per contenere la sola sede della società e perciò potrà essere destinata anche ad altri utilizzi (abitativo, commerciale, ecc.); anche il sistema viario ne trarrà giovamento con una riqualificazione di via Barbalarga che attualmente versa in pessime condizioni.
A discrezione del consiglio d’amministrazione che verrà, si verificherà poi l’opportunità o meno di stabilire una sede anche nella nuova zona di via Vescovara.
Sfida attuale della Astea -ha precisato Secchiaroli- è la costituzione di una società capitale con Acquambiente di Castelfidardo, condizione necessaria per ottenere dall’ATO (Ambito Territoriale) il mantenimento del controllo sul servizio idrico integrato per altri 20 anni.
Nella foto: sede dell'Astea in via Guazzatore

Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 14 gennaio 2006 - 1406 letture
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